Tumore del polmone
All’inizio del ‘novecento il cancro del polmone era una malattia rara, ma sia l’esposizione a nuovi agenti patogeni che l’aumento della durata della vita hanno contribuito a renderlo una pandemia dei secoli XX e XXI. È il cancro peggiore in Europa, in termini di mortalità: da solo provoca circa il 20 % dei decessi del totale per forme neoplastiche.
CHE COS’È IL TUMORE DEL POLMONE
I polmoni sono due e sono gli organi, posti nel torace, deputati al trasferimento di ossigeno dall’esterno al circolo sanguigno e dell’anidride carbonica in direzione opposta. L’aria, che entra attraverso le cavità nasali o orale, percorre un tragitto che attraversa, nell’ordine, la laringe, la trachea, i bronchi e i bronchioli. I polmoni terminano con le sacche alveolari, all’interno delle quali avviene lo scambio dei gas. Ma il polmone è costituito anche da altre componenti.
Il tumore può svilupparsi a tutti i livelli, dando origine a una massa che ostruisce il corretto flusso dell’aria, provocando erosione di vasi e causando quindi emorragie o a contatto con la parete toracica o altre strutture causando dolore. Non esiste un solo tipo di tumore del polmone (le tipologie dipendono dal tessuto interessato) Il polmone può inoltre essere sede di metastasi provenienti da altri organi.
Due sono i tipi principali di tumore del polmone, che comprendono oltre il 95 per cento delle diagnosi e che si comportano e rispondono alle terapie in maniera piuttosto diversa. Si tratta del tumore polmonare a piccole cellule e del tumore polmonare non-a piccole cellule, che è il più frequente, dal momento che corrisponde a quasi l’85 per cento delle neoplasie di nuova diagnosi. Entrambe le tipologie hanno origine dal tessuto epiteliale che riveste le strutture polmonari. Il carcinoma non a piccole cellule si divide a sua volte in tre sottotipi: il carcinoma a cellule squamose, l’adenocarcinoma e il carcinoma a grandi cellule. L’adenocarcinoma polmonare è al momento il tipo più frequente essendo anche la forma maggiormente diagnosticata nei soggetti non fumatori (che rappresentano circa il 20% di tutti i pazienti affetti da questa malattia). Tra le forme di tumore polmonare che non originano dal tessuto epiteliale ricordiamo quelle sarcomatose o il linfoma polmonare.
CAUSE
Per il cancro del polmone il fumo di tabacco è di gran lunga la causa principale, essendo responsabile rispettivamente del 90 % dei casi negli uomini e dell’80 % nelle donne. Il fumo di tabacco contiene oltre 7000 sostanze chimiche, almeno 70 delle quali sono cancerogeni riconosciuti negli esseri umani o negli animali (ERS libro bianco) La probabilità di vedersi diagnosticare il cancro del polmone/di morire per causa sua è 15 – 30 volte superiore nei fumatori rispetto coloro che non fumano; il rischio inoltre aumenta con la quantità e la durata del fumo.
La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è un altro fattore di rischio ed i pazienti con limitazione di flusso delle vie aeree hanno una maggiore probabilità di sviluppare il cancro del polmone, rispetto a quelli senza, indipendentemente dall’abitudine al fumo. L’esposizione all’amianto è un altro fattore di rischio importante; il cancro del polmone si sviluppa nel 20 – 25 % dei lavoratori con forte esposizione alla sostanza (ERS libro bianco).
Ulteriori fattori di rischio sono l’esposizione al radon, al cromo, all’arsenico ed al berillio; recentemente sono stati aggiusti alla lista anche i gas prodotti della combustione dei motori diesel. Altri fattori predisponenti al cancro del polmone sono anche la fibrosi polmonare(ERS libro bianco) ed un’anamnesi positiva per cancro del capo, del collo e dell’esofago. Inoltre, è stato attribuito un ruolo di fattore di rischio all’anamnesi familiare positiva per cancro del polmone. Infine, il rischio sembra aumentato anche nei fumatori, che siano stati in precedenza stati trattati con radioterapia del torace a causa di linfoma o cancro della mammella,
DIAGNOSI
La corretta diagnosi di tumore del polmone si può avere soltanto dopo aver effettuato una biopsia, che è il punto di approdo finale di un iter che comincia con una visita dal medico di medicina generale, prosegue con il consulto dello specialista (pneumologo o oncologo) e viene approfondito grazie al ricorso alla diagnostica per immagine o alla broncoscopia. La broncoscopia, oltre a permettere l’esecuzione della biopsia, è anche l’esame che consente allo specialista pneumologo di visualizzare l’interno dei bronchi utilizzando un tubo a fibre ottiche che viene inserito attraverso il cavo orale o dal naso, previa anestesia locale. La radiografia del torace, la Tac, la Pet, la scintigrafia ossea e la risonanza magnetica sono gli esami che vengono impiegati (a discrezione dello specialista e non per forza tutti questi) per definire l’estensione della malattia.
COME SI CURA
La scelta della terapia dipende innanzitutto dal tipo di malattia con cui si ha a che fare, così come dalle condizioni del paziente.
Chirurgia
L’intervento rappresenta l’opzione prioritaria quando si è di fronte a un paziente colpito da un tumore non a piccole cellule, purché́ la malattia sia in fase iniziale e non abbia quindi già̀ dato origini a metastasi (aspetto che risulti frequente, anche se non sempre individuato al momento della diagnosi). L’intervento consiste nella rimozione di una porzione (più o meno ampia) del polmone colpito dalla malattia, motivo per cui prima di procedere è necessario verificare la capacità respiratoria del soggetto in questione. L’ipotesi chirurgica è usata invece molto di rado nei pazienti affetti da un tumore a piccole cellule.
Chemioterapia
Il trattamento con farmaci chemioterapici – assunti per via orale o endovenosa – mira a sopprimere selettivamente le cellule cancerose e rimane quello maggiormente impiegato nei pazienti colpiti da un tumore del polmone. La chemioterapia è usata sia per curare i tumori a piccole cellule sia quelli non a piccole cellule, se non operabili (e quindi in fase avanzata). Può inoltre essere utilizzata, con o senza l’associazione con la radioterapia, in forma neoadiuvante (prima di un intervento chirurgico) o adiuvante (dopo l’intervento), avendo nel primo caso lo scopo di ridurre la massa tumorale da asportare poi chirurgicamente (o da trattare con radioterapia) e nel secondo lo scopo di ridurre le possibilità̀ di ricaduta di malattia dopo l’asportazione chirurgica.
Radioterapia
La radioterapia prevede l’impiego di radiazioni ad alta energia per distruggere le cellule tumorali. Le moderne attrezzature consentono di indirizzare in modo estremamente specifico e preciso le radiazioni, risparmiando al massimo le strutture circostanti. La radioterapia può essere utilizzata in associazione (prima o dopo l’intervento, come spiegato sopra) o dopo la chemioterapia e trova impiego anche a livello cerebrale, in modo da ridurre il rischio di eventuali metastasi (radioterapia profilattica cerebrale) o per trattare queste metastasi. È previsto l’utilizzo della radioterapia anche a scopo palliativo (nei casi di malattia avanzata).
La terapia biologica.
L’utilizzo di farmaci a bersaglio molecolare rientrano nel concetto di medicina di precisione ossia il trattare un paziente non solo sulla base delle sue caratteristiche e quelle della sua malattia, ma andando a “targhettare” anche bersagli ben precisi presenti sulle cellule tumorali. I bersagli più noti e per i quali già esistono farmaci a disposizione per il trattamento del tumore polmonare sono EGFR e ALK.
L’immunoterapia negli ultimi anni si è dimostrata efficace nel trattamento di L’seconda linea per i tumori non a piccole cellule, dopo il fallimento della chemioterapia e, più di recente, anche come prima opzione, da sola o in combinazione con altri farmaci. Più recente il suo utilizzo per i tumori a piccole cellule, per i quali i risultati, promettenti, sono ancora da approfondire.
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