Inquinamento atmosferico e cambiamento climatico: una sfida del presente

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Inquinamento atmosferico e cambiamento climatico: una sfida del presente che non possiamo rinviare al futuro

a cura di ISDE-Modena e UniMORE

Modena, 30 novembre 2024

Aula Convegni del Dipartimento Giurisprudenza, via S. Geminiano 3, Modena

Gli inquinanti non hanno solo un impatto sul clima e sugli ecosistemi terrestri ma anche rappresentano un attuale problema in termini di salute pubblica a livello globale. In particolare, livelli minori di inquinamento atmosferico si traducono in una migliore salute cardiovascolare e respiratoria, sia a lungo che a breve termine, nelle popolazioni. Gli eventi climatici e la esposizione all’inquinamento atmosferico determinano varie conseguenze in termini di salute, per lo più rappresentate dall’aumento dei ricoveri ospedalieri e/o delle visite al pronto soccorso, fino all’aumento del rischio di malattia e morte prematura. Gli inquinanti che presentano maggiori preoccupazioni per la salute pubblica includono il particolato (PM, soprattutto il PM2.5) ovvero le polveri sottili, il monossido di carbonio (CO), l’ozono (O3), il biossido di azoto (NO2) e il biossido di zolfo (SO2).

Il contesto di riferimento in cui ci muoviamo per l’inquinamento atmosferico sono a) le linee guida OMS del 2021, che ha aggiornato quelle precedenti del 2005, stabilendo valori di riferimento per i principali inquinanti da non superare per tutelare la salute umana, e b) direttiva europea qualità aria, recente pubblicata,, di recente pubblicata, frutto di un tormentato iter decisionale che ha prodotto un compromesso politico fra l’intento di avvicinarsi il più possibile ai valori indicati dall’OMS e la resistenza di vari portatori di interessi per mantenerli il più possibile vicini a quelli attuali. I nuovi limiti, che sostanzialmente si allineano a quelli indicati dall’OMS nelle linee guida del 2005, entreranno in vigore il 1° gennaio 2030.

Come noto, la legge europea sul clima indica l’obiettivo al 2030 di ridurre le emissioni di gas climalteranti del 55% rispetto alle emissioni rilevate nel 1990.

L’evidenza attuale indica che Il 99% della popolazione mondiale risiede in aree esposte oltre i limiti di salubrità dell’aria raccomandati dalla OMS, oltre 2 miliari di individui presenta esposizioni domestiche dannose per la salute. L’impatto climatico (outdoor e indoor) sulla salute vale circa 7 milioni di decessi riferiti all’anno 2019. Si stima che circa 4,2 milioni di decessi a livello globale siano legati all’inquinamento atmosferico, che rappresenta la causa del 43% di decessi e riacutizzazione della BPCO,, del 25% di decessi legati a malattie cardiovascolari ischemiche, 24% ha l’ictus, 17% ha infezioni delle basse vie aeree, 29% ha tumore polmonare. Gli effetti combinati dell’esposizione all’inquinamento esterno e a quello domestico causano circa 7 milioni di morti

premature ogni anno, sempre per le stesse condizioni menzionate.

Di questo si è parlato a Modena in un incontro aperto alla cittadinanza, promosso dalla Associazione dei Medici per l’Ambiente e dalla Università di Modena e Reggio Emilia, nell’ambito delle attività che questa svolge come “terza missione” nel proprio territorio. Rappresentanti di Comune e Ordine dei Medici provinciale hanno partecipato al dibattito.

I principali punti su cui si sono concentrati gli interventi dei relatori hanno riguardato la situazione nell’area provinciale e l’impatto sulla salute che si registra attualmente nel nostro paese, come agire sulle fonti emissive e sui comportamenti delle fasce di popolazione a rischio, quali azioni/decisioni (ad esempio monitoraggio e prevenzione) sono da adottare sul percorso di adeguamento rispetto alla nuova direttiva europea.

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Competenze

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Dicembre 6, 2024