Bronchiolite

Per bronchiolite si intende di solito l’infiammazione virale delle vie aeree molto piccole (bronchioli). Nei bambini al di sotto dei due anni di età si presenta con respiro frequente, retrazione del torace e broncospasmo.

L’infezione respiratorie da Virus Sinciziale (RSV) è la causa più importante di bronchiolite e di altre forme infettive del tratto respiratorio inferiore durante il primo anno di vita, ed è anche una della cause principali di ricovero ospedaliero in questo ambito di età. Nelle forme tipiche i bambini presentano i sintomi di un’infezione virale, con lieve rinorrea, tosse e, talvolta, febbricola. Entro 1 o 2 giorni questi sintomi sono seguiti da tachipnea, retrazione del torace e broncospasmo. Altri sintomi possono essere irritabilità, disappetenza e vomito. Altri virus che possono essere responsabili della bronchiolite sono il meta-pneumovirus umano, i rhinovirus, gli adenovirus e i virus dell’influenza. Studi di prevalenza hanno dimostrato che fino al 50 % dei bambini vengono infettati dal RSV entro il primo anno compleanno e circa il 100 % entro il secondo. La prevalenza più elevata si verifica in inverno. È stato riportato che, nel primo anno di vita, l’ospedalizzazione causata da RSV, cioè dalla bronchiolite, si verifica in 1 – 2 % di tutti i bimbi e in 10 – 15 % di quelli ad alto rischio. I ricoveri in terapia intensiva sono frequenti, come è stato recentemente verificato da uno studio retrospettivo eseguito in Francia, su 467 bambini ricoverati in 24 terapie intensive pediatriche (PICUs); il 72 % avevano meno di 2 mesi, il 76 % avevano test positivi per RSV e circa 1/3 sono stati sottoposti a ventilazione meccanica non invasiva e/o invasiva. Sei bambini sono deceduti. Oltre il 50 % dei neonati avevano condizioni predisponenti come la prematurità, patologie respiratorie, compresa la displasia broncopolmonare (BDP) e malattia cardiaca congenita.

Il numero delle ospedalizzazioni per la combinazione di bronchite e bronchioliti nei bambini di età inferiore a 1 anno varia nelle diverse nazioni ed è particolarmente elevato nei Paesi Baltici ((Lituania e Lettonia), Finlandia e UK. Tuttavia, queste informazioni non sono disponibili nella maggior parte delle nazioni europee.
La mortalità causata da bronchite e bronchiolite nell’Europa Occidentale è generalmente bassa, mentre in molti paesi dell’Europa Orientale è alta, in modio inaspettato ed allarmante.
Lo sviluppo di un vaccino per prevenire la bronchiolite da RSV non è stato fino ad ora coronato da successo. Inoltre, non è chiaro in quale fase precoce della vita dovrebbe essere somministrato. È ragionevole assumere che il programma di vaccinazione per il RSV dovrebbe cominciar prima della vaccinazione convenzionale, cioè prima dei due mesi di vita.
L’anticorpo monoclonale palivizumab si è dimostrato efficace nel ridurre la gravità dell’infezione da RSV in bimbi ad alto rischio, con la protezione che sembra estendersi oltre il periodo di somministrazione della dose mensile. In ogni caso gli studi indicano che il suo rapporto tra costi e benefici è scarso. Gli alti costi della profilassi con palivizumab implica che non può essere disponibile né in molte nazioni europee né in nazioni a basso reddito.

L’anticorpo monoclonale Nirsevimab-Beyfortus, viene utilizzato per la cura delle infezioni di virus respiratorio sinciziale (Rsv) in età pediatrica. Questo nuovo anticorpo monoclonale ha una lunga emivita ed è in grado con una sola somministrazione di proteggere il bambino per almeno 5 mesi riducendo del 77% le infezioni respiratorie da VRS che richiedono ospedalizzazione e del’86% il rischio di ricovero in Terapia Intensiva (Simões et al., Lancet Child & Adolescent Health 2023;7:180)
La Società Italiana di Neonatologia (SIN) ha evidenziato che la valutazione dell’impatto economico della profilassi universale mediante il Nirsevimab debba prendere in considerazione la copertura dei suoi costi elevati grazie:

1) ai risparmi secondari dovuti all’abbandono del Palivizumab che determina una spesa di circa 15 volte superiore per paziente

2) abbattimento delle spese causate dai ricoveri ospedalieri (almeno 4.000€ per ogni ricovero in reparto e 14.000€ per ogni ricovero in Terapia Intensiva);

3) dalla riduzione degli oneri associati agli esiti delle infezioni da Rsv (broncospasmo ricorrente, asma);

4) dalla limitazione dei costi sociali causati dagli oneri che i genitori devono sostenere per assistere i loro figli colpiti dal’infezione.

Alcuni paesi europei, come la Spagna e la Germania, hanno introdotto la prevenzione universale delle malattie da Virus Respiratorio Sinciziale con il Nirsevimab già dalla stagione epidemica 2023 ed una recente pubblicazione ha confermato che questa scelta ha determinato in Spagna una riduzione delle ospedalizzazioni di almeno il 70%.
Per ciò che riguarda l’Italia, una nota recente del Dipartimento della Prevenzione del Ministero specifica che si è al lavoro per una riclassificazione del farmaco in fascia A, a carico del Ssn.

È importante che in futuro possano venire realizzati un vaccino disponibile ed efficace e programmi di prevenzione, soprattutto nei bambini ad alto rischio. La riduzione del numero dei decessi dovuti al fallimento terapeutico nei casi di bronchiolite, soprattutto nei paesi dell’Europa orientale, dovrebbe essere lo scopo dei programmi sanitari futuri dell’Europa.

Il punto di riferimento in Italia per le malattie respiratorie

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