L’inquinamento indoor rappresenta un problema spesso sottovalutato ma di grande rilevanza per la salute e il benessere di chi vive e lavora in ambienti chiusi. Per inquinamento indoor si intende la presenza di sostanze nocive nell’aria di ambienti chiusi, come abitazioni e uffici, dove la normale composizione chimica dell’aria può subire variazioni significative divenendo pericolosa. Secondo un recente studio, infatti, le persone trascorrono fino al 97% in ambienti confinati (interni) e solo il resto del tempo all’esterno. Appare evidente, quindi, che bisogna preoccuparsi molto di respirare aria sana e di controllare periodicamente che sia sempre salubre.
Fonti dell’inquinamento degli ambienti interni
Spesso, negli ambienti chiusi, i livelli di inquinanti sono molto superiori a quelli esterni, talvolta anche di 10-20 volte. Questo accade perché molte fonti di inquinamento sono interne e la ventilazione è spesso insufficiente.
Tra le principali fonti di inquinamento indoor troviamo:
• Attività quotidiane: cucinare, accendere il riscaldamento, l’uso di prodotti per la pulizia
• Materiali edili: vernici, adesivi, solventi e altri prodotti usati nella costruzione e manutenzione degli edifici
• Dispositivi elettronici: pc, stampanti, fotocopiatrici che emettono ozono e altre sostanze chimiche
• Fumo di tabacco: una delle principali fonti di inquinamento domestico
• Impianti di riscaldamento e condizionamento: se non correttamente mantenuti, possono diventare focolai di muffe e altri contaminanti biologici.
Anche la crisi energetica mondiale ha contribuito all’aumento del fenomeno, introducendo nuovi criteri progettuali per gli edifici civili, con l’obiettivo di risparmiare energia. Questo ha comportato senza dubbio un miglior isolamento termico e la tendenza a sigillare gli ambienti con infissi a tenuta, riducendo le dispersioni di calore e i consumi energetici. Tuttavia, questa pratica ha avuto come conseguenza una drastica riduzione del ricambio d’aria aumentando le concentrazioni di inquinanti indoor, i quali possono essere classificati in diverse categorie:
Chimici: composti organici volatili (VOC) rilasciati da vernici, arredi, prodotti per la pulizia, materiali edili, ozono emesso dalle fotocopiatrici, formaldeide e antiparassitari. Vengono definiti agenti chimici i gas inorganici che provengono sia dall’aria esterna, ma anche dall’interno. Possiamo fare un elenco di inquinanti chimici:
• fumo di tabacco ambientale (ETS);
• ossido e biossido di azoto (NOx, NO2); • ossidi di zolfo (SOx);
• monossido di carbonio (CO);
• ozono (O3);
• particolato aerodisperso (PM10, PM2.5); • benzene (C6H6);
• composti organici volatili (COV);
• formaldeide (CH2O);
• idrocarburi aromatici policiclici (IPA);
• amianto.
Biologici: muffe, batteri, spore fungine, polline, parassiti. Il rischio biologico è legato alla presenza nell’aria (degli ambienti confinati) di microrganismi e muffe. I rischi per la salute sono diversi e possono essere classificati in 3 tipi: rischio infettivo, tossico e allergico. Gli allergeni più comuni sono gli acari, i derivati epidermici di animali domestici, gli scarafaggi, i funghi o miceti.
Agenti fisici: responsabili di una cattiva qualità̀ dell’aria troviamo: il radon, i
campi elettromagnetici (CEM) e il rumore.
Il radon è un gas nobile o inerte. Si disperde molto facilmente, ma negli ambienti confinati può raggiungere dei livelli di concentrazione tali da provocare effetti nocivi sull’uomo. L’inquinamento elettromagnetico, invece, è legato alla generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali, prodotti da vari apparecchi come ad esempio:
• impianti radio-TV e per telefonia mobile e altri impianti utilizzati per la trasmissione di informazioni attraverso la propagazione di onde elettromagnetiche;
• impianti utilizzati per il trasporto e la trasformazione dell’energia elettrica;
• centrali di produzione fino all’utilizzatore in ambiente urbano (elettrodotti);
• impianti per lavorazioni industriali;
• tutti quei dispositivi che per funzionare richiedono un’alimentazione di rete elettrica (tipico esempio sono gli elettrodomestici).
Impatto sulla salute
L’esposizione agli inquinanti indoor può avere gravi conseguenze sulla salute. Gli effetti immediati dell’esposizione possono includere:
• irritazioni agli occhi, naso e gola,
• nausea,
• emicranie,
• capogiri
• affaticamento.
Questi sintomi, sebbene spesso di breve durata, possono essere indicativi di una qualità dell’aria scadente. Gli effetti a lungo termine sono decisamente più preoccupanti. L’esposizione prolungata può, infatti, portare a malattie respiratorie croniche, cardiache e ad altre patologie gravi rendendo inoltre gli individui più suscettibili a infezioni e ad altri disturbi. Particolarmente vulnerabili sono soprattutto i soggetti con preesistenti condizioni di salute o con un sistema immunitario debole. Infine, non bisogna dimenticare che gli effetti dell’inquinamento indoor possono manifestarsi anche dopo anni dall’esposizione, rendendo difficile collegare la causa al sintomo. Per questo motivo l’attenzione deve restare alta, non solo sulle fonti dirette di inquinamento, ma anche su altri fattori che possono aggravare la situazione, come: le condizioni climatiche e stagionali, ad esempio l’umidità elevata che può favorire la proliferazione di muffe e altri agenti patogeni; lo stress e le condizioni psicologiche che possono amplificare gli effetti negativi degli inquinanti sulla salute.
Prevenzione
Quali soluzioni adottare, quindi, per vivere in salute negli ambienti chiusi? Per migliorare la qualità dell’aria indoor, è fondamentale adottare una serie di misure preventive che consigliamo di seguire per diminuire in modo significativo i pericoli causati dall’inquinamento:
• Ventilazione: arieggiare regolarmente gli ambienti, soprattutto dopo le pulizie
• Riduzione delle fonti di inquinamento: utilizzare prodotti per la pulizia a bassa emissione di VOC, preferire materiali edili ecologici e evitare di fumare in casa
• Mantenere gli impianti di condizionamento: pulire e manutenere regolarmente gli impianti per evitare la proliferazione di muffe e batteri
• Utilizzo di piante: integrare piante d’appartamento che aiutano a purificare l’aria, trasformando le sostanze nocive in nutrienti
• Adottare sistemi tecnologici: installare macchinari che migliorino il ricambio dell’aria può essere una soluzione efficace per mantenere un ambiente salubre
Quello dell’inquinamento indoor è un problema serio che richiede attenzione ed interventi mirati. La qualità dell’aria all’interno degli edifici ha un impatto significativo sulla salute e sul benessere delle persone, oltre che sui costi sanitari ed economici complessivi. È quindi essenziale promuovere la consapevolezza e adottare misure preventive per garantire ambienti interni sani e sicuri. Adottare questi piccoli accorgimenti quotidiani può fare la differenza, migliorando la qualità dell’aria che respiriamo e proteggendo la nostra salute a lungo termine.
Ministero della Salute principali fonti interne di inquinamento
https://www.usi.it Prof. Giovanni Puglisi
Heltair: Inquinamento indoor: dagli effetti sulla salute ai rimedi
https://www.mondorespiro.com/articles/