La BPCO è una patologia cronica. Sempre più studi stanno dimostrando il ruolo chiave della nutrizione in questa patologia: il motivo è da ricercarsi nella sua base infiammatoria. Trattandosi di una patologia infiammatoria cronica risulta fondamentale tenere a bada il livello infiammatorio sistemico, ovvero di tutto l’organismo, è come farlo se non con l’azione che svolgiamo più volte al giorno? Consumare alcuni cibi rispetto ad altri riduce drasticamente lo stimolo infiammatorio, riducendo anche l’infiammazione che la BPCO determina. L’obiettivo è di ridurre la sintomatologia, migliorare la qualità della vita ed evitare sovrappeso e obesità che si sono dimostrate essere particolarmente connesse con questa patologia. Maggiore è l’indice di massa corporea, minore sarà l’attività fisica che riuscirò a svolgere, maggiore sarà il livello infiammatorio dato dal tessuto adiposo e maggiore probabilità ho di aggravare la sintomatologia.
La nutrizione svolge un ruolo chiave anche nella gestione degli effetti collaterali dei farmaci, ad assunzione cronica, tipici di questa patologia. Steroidi, cortisonici e broncodilatatori possono condurre ad una resistenza insulinica e predisporre maggiormente al diabete. Grazie al consumo di alimenti a basso indice glicemico e stimolanti organi emuntori come il fegato, possiamo gestire la glicemia, il sovrappeso e garantire una buona funzionalità epatica nonostante l’assunzione costante di farmaci.
Un altro ruolo, poco conosciuto ancora, che ricopre la nutrizione è di garantire un microbiota intestinale sano. La perdita dell’equilibrio dei batteri che abitano il nostro intestino è definita disbiosi e questa condizione può provocare una serie di problematiche direttamente connesse con il microbiota dei polmoni. La disbiosi, infatti, può portare ad un affaticamento del sistema immunitario, esistono delle specie di batteri che hanno un’azione immuno-modulante, ovvero regolano il sistema immunitario, se questi batteri vengono a mancare è molto difficile sostenere alcune cellule della nostra difesa immunitaria. La disbiosi può condurre a permeabilità intestinale, cioè un aumento dello spazio tra le cellule che fanno parte della barriera intestinale. Maggiore sarà il livello di permeabilità, maggiore sarà lo stimolo infiammatorio, maggiore potrebbe essere la sintomatologia polmonare. Un microbiota sano è un microbiota che garantisce una buona produzione di serotonina, circa il 70% di questo ormone viene prodotto a livello intestinale. Minore sarà la sua presenza, a causa di disbiosi, maggiore può essere la predisposizione ad ansia, stress e depressione. Queste condizioni fanno parte delle problematiche direttamente connesse con la BPCO.
Attraverso l’integrazione inoltre possiamo sopperire a quelle carenze tipiche di chi soffre di BPCO, come la carenza di vitamina D, ormone fondamentale per il metabolismo dell’osso e per sostenere il sistema immunitario. Omega 3, fondamentali per ridurre il livello infiammatorio e quindi l’aggravarsi della sintomatologia. Probiotici per ripristinare un microbiota intestinale adeguato, che possa garantire un miglior assorbimento delle sostanze nutritive, una gestione migliore del sistema immunitario, una produzione adeguata di serotonina, una barriera intestinale integra e una buona comunicazione dell’asse intestino-polmone. La vitamina C sostiene il sistema immunitario, ha un’azione antiossidante elevatissima, e la sua carenza si traduce con un aumento dei radicali liberi e quindi un aumento dell’infiammazione sistemica. La carenza di magnesio è molto frequente in questa patologia, sia per l’assunzione di inibitori di pompa (gastroprotettori) che inibiscono appunto la sua assunzione, sia per la poca presenza nell’alimentazione attuale. Questo minerale è fondamentale per la salute muscolare, nervosa, mentale e anche nella gestione della glicemia. La sua scarsità a livello sistemico può indurre maggior stanchezza muscolare, crampi, irritabilità, glicemia alta. Attivando un meccanismo dal quale è difficile venire fuori: sono stanco, non mi muovo, aumento di peso, aumenta la glicemia, mi innervosisco perché non riesco a muovermi. Conducendo spesso ad un peggioramento della sintomatologia respiratoria. L’alimentazione e quindi lo stile di vita va assolutamente gestito. E’ importante capire che ciò che mettiamo in bocca tre, quattro anche cinque volte al giorno, condiziona inevitabilmente la nostra salute. “Con il cibo si cura, con il cibo ci si ammala” dico sempre ai miei pazienti. Attraverso un’alimentazione personalizzata è possibile ridurre il livello infiammatorio sistemico, migliorare le condizioni del nostro secondo cervello, l’intestino, migliorare la qualità della vita, prevenire altre patologie connesse alla BPCO e addirittura prevenirla.
Dott. Valerio Galasso, Biologo Nutrizionista e Direttore Scientifico del Regina Isabella Resort